Commiato

Ho apprezzato molto la scelta funebre di Franca Rame.

Mi sono spesso interrogato sui modi con i quali sarebbe stato bello, o almeno opportuno, punteggiare alcuni momenti della mia vita.

A partire dal matrimonio, e poi momenti particolari di festa, ed infine la fine della vita.

Essendo ateo cerco un significante che non rimandi a Dio o ad un dopo che, semplicemente, non comprenderà me ma che soprattutto consenta un buon commiato.

La direzione della mia riflessione va in direzione, per così dire, orizzontale per certi versi, e verticale per altri.

Mi spiego meglio:

la direzione verticale, o forse sarebbe meglio dire diacronica, riguarda ciò che lascio a chi mi è caro, e quindi soprattutto ai miei figli, a mia moglie, ma anche ai colleghi ed amici di una comunità più ampia.

Cosa lascio riguarda soprattutto cosa di buono, o di meno buono, ho fatto che possa essere loro utile.

La dimensione orizzontale riguarda questa platea di persone che possano trovare rilevante la mia morte e che abbiano voglia di salutarmi, di accomiatarsi, di condividere un ricordo.

Il tema del funerale di una persona mi pare sia la possibilità d'incontrare collettivamente la sua scomparsa.

La situazione dovrebbe quindi consentire di pensarlo/a, di dirsi cose intorno a lui, di organizzare una serie di pensieri che lo riguardino, di scambiarsi affetti rispetto a ciò che è accaduto, a ciò che è stata quella persona per ciascuno.

Certamente non tutto va condiviso e credo che sia da rispettare anche chi vive in solitudine un momento come questo, ma chi vuole stringersi per sentire insieme all'altro forse andrebbe aiutato a farlo.

Immagino quindi il mio funerale come una situazione che tocchi i luoghi della città in cui vivo e che mi è cara, a partire dalla mia casa, per approdare in luoghi nei quali si possa incontrarsi a condividere gli affetti per me ma anche fra chi resta.

Forse per qualcuno il dolore può aumentare e per qualcun'altro no, forse musiche a qualche testo che ho scritto ci potrebbero stare, non molte parole ma se qualcuno vuol dire qualcosa sarebbe benvenuto.

Naturalmente vorrei essere seppellito in un luogo sconsacrato, come si dice, con la possibilità di essere vicino ai miei cari e che qualcuno possa venire a trovarmi ogni tanto, senza venerazioni, pensando al futuro.

Credo che un funerale dovrebbe aiutare a rendere chiara la finitezza di ciascuno di noi a partire da quella del defunto.

Al contempo potrebbe aiutare a condividere il vuoto lasciato e diverso per ognuno.