Tristezza

Povera Parma,

gli arresti di ieri mi fanno molta tristezza.

Intanto perchè mi metto nei panni delle persone che sono state arrestate, messe alla berlina, e delle loro famiglie, amici (veri) e credo possa essere un'esperienza umana devastante. Certo si può dire che probabilmente se lo sono meritati, che c'è assai di peggio nella vita, etc, tuttavia...

E poi penso alla nostra città ed a quello che ha subito, alla disonestà, allo stile amministrativo che non merita di essere chiamato politica, ai lauti guadagni che corrispondono ad altrettanti costi per noi cittadini.

Parma è stata negli ultimi dieci anni al centro dell'attenzione nazionale per tre eventi dello stesso tenore: il caso Parmalat, l'inchiesta sulla corruzione del 2011 che ha portato alla caduta della giunta Vignali ed oggi la vicenda che completa (forse, speriamo) quest'ultimo scandalo.

Tre eventi giudiziari all'insegna della corruzione, del malaffare, di un'etica narcisistica che si sgonfia come un palloncino al sole.

A ben guardare ci sono stati anche altri fatti di tutt'altro tenore.

La capacità, dovuta anche ad Enrico Bondi ma non solo, di riportare su la Parmalat facendola tornare ai livelli di performance industriale del primo Tanzi,

La capacità della magistratura di stanare il marcio e di riportare la legalità.

La capacità della popolazione di valutare con grande severità i responsabili di questa duplice batosta e di escluderli di fatto dalla scena politica locale.

Per inciso questa capacità non sembra appartenere all'intera popolazione italiana a giudicare dai sondaggi di questi giorni sul PDL

Questi eventi hanno fra l'altro offuscato nell'immaginario collettivo le opere che le due giunte precedenti a quella di Vignali, ma in parte anche quest'ultima, hanno compiuto, opere che hanno portato Parma ad un livello di vivibilità e di modernità considerevole.

Cose che rimangono, per fortuna, e che ad un giudizio più sereno saranno anche valutate in maniera più seria e meno emotiva.

Oggi però siamo di nuovo qui a vergognarci di appartenere ad una comunità che è stata guidata da certi personaggi, e non è bello, è triste.